Un doppio cambio vertice egualitario in Iren. Dal 1° novembre 2021, il Gruppo vedrà Anna Tanganelli come Chief Financial Officier e Massimo Levrino nel ruolo di Head of CEO Office.
La Dottoressa, vanta un solido background internazionale, nonché un’ampia esperienza nel mondo della finanza aziendale. Infatti, dopo un iniziale percorso in UBS nell’area Investment Banking, Anna Tanganelli è entrata nell’ex Gruppo FCA (oggi Stellantis), dove ha assunto diverse posizioni rilevanti tanto in Italia che negli USA.
Inoltre, sempre dal primo novembre, Massimo Levrino assumerà il ruolo di Head of CEO Office, continuando a mantenere la posizione tra i Dirigenti con Responsabilità Strategiche.
Una partita ad armi pari per il Gruppo Iren, che dimostra il suo impegno verso il tema dell’inclusion.
Le Fonti rinnova proprio impegno a monitorare con cadenza periodica e costante l’andamento nazionale circa nomine e quote rosa. Resta nostra premura segnalare le imprese più o meno attente al tema della diversità e dell’inclusione di genere.
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Cucinelli, Trocchia e Sidoli eletti CEO dell’Anno ai Le Fonti Awards
6 anni agoTra le imprese premiate Vodafone, Eni, Unilever e Menarini AXA Italia, Genertel e Reale Mutua trionfano tra le assicurazioni, mentre in campo finanziario si impongono Banca Generali, Arca Sgr e BNP Paribas IP
Grande successo per la seconda serata dei Le Fonti Awards – CEO Summit & Awards, tenutisi giovedì 23 giugno nella cornice di Palazzo Mezzanotte, sede di Borsa Italiana, con il patrocinio di Commissione Europea, la media partnership di CorriereEconomia e la sponsorship di Cantine Marisa Cuomo.[auth href=”http://www.worldexcellence.it/registrazione/” text=”Per leggere l’intero articolo devi essere un utente registrato.
Clicca qui per registrarti gratis adesso o esegui il login per continuare.”]L’evento ha registrato il sold-out con mille persone, 100 società e oltre 50 premiati nella manifestazione del riconoscimento dell’eccellenza italiana.Il CEO Summit, dal titolo Leadership e innovazione per una crescita sostenibile, ha visto coinvolti Angelo Trocchia, Presidente e AD di Unilever Italia, Eugenio Sidoli, Presidente e AD di Philip Morris Italia, Luca Failla, Founding Partner di LabLaw, Domenico Simone, Membro del Cda di Menarini, Massimo Bartolini, Presidente e AD di Multivendor Service, Riccardo Agostinelli, Name Partner dello studio legale Gattai, Minoli, Agostinelli & Partners e Gaetano Grizzanti, Founder & CEO di Univisual Brand Consulting.CEO DELL’ANNOIl principale riconoscimento come CEO dell’anno è andato a Brunello Cucinelli «per aver dimostrato al mercato italiano e globale come artigianalità e attenzione alle risorse umane siano un modello vincente, in grado di produrre incredibili risultati di business accanto alla valorizzazione dei propri dipendenti e del territorio».Nelle diverse categorie si sono affermati:Angelo Trocchia di Unilever Italia come CEO dell’anno per la sostenibilità, mentre CEO dell’anno per l’innovazione è stato incoronato Eugenio Sidoli di Philip Morris Italia, Massimo Scaccabarozzi di Janssen-Cilag è CEO dell’anno per l’Innovazione Farmaceutica, Pasquale Natuzzi CEO dell’anno nel settore Arredo & Design, Ugo Loser di Arca SGR CEO dell’anno nel Risparmio Gestito, Massimo Mancini di Atradius come CEO dell’anno nell’Assicurazione Crediti, Paola Corna Pellegrini di Allianz Global Assistance CEO dell’anno Assicurazioni Viaggio.CEO dell’anno nei Servizi di Certificazione digitale è Danilo Cattaneo di Infocert.ASSICURAZIONIDirettore Marketing dell’anno Assicurazioni è Marco Mazzucco di Reale Group mentre Eccellenza dell’anno Innovazione Assicurazioni è stata eletta AXA Italia. Ad imporsi come Eccellenza dell’anno Bancassicurazione, Helvetia. A Eurovita il titolo di Eccellenza dell’anno Assicurazione Ramo Vita Indipendente, a Coface è stato assegnato il premio per Eccellenza dell’anno Assicurazione dei Crediti, ad Assiteca la vittoria come Eccellenza dell’anno Intermediazione dei Crediti, mentre MSA Multi Serass si è affermato come eccellenza dell’anno nella Gestione Sinistri in Outsourcing. Eccellenza dell’anno nell’assicurazione Gestione Sinistri è stato eletto ConTE.it, mentre Genertel ha vinto come eccellenza dell’anno Assicurazioni Online. Eccellenza nell’Assicurazione Responsabilità Intermediari Assicurativi è stato eletto CGPA Europe. Ad imporsi come Eccellenza nell’Assicurazione Tutela Legale, D.A.S.A Afi Esca Italia il titolo di Eccellenza nell’Assicurazione Credit Protection Mutui, a RBM Salute è stato assegnato il premio per Eccellenza nell’Assicurazione Ramo Salute, ad AXA Italia la vittoria come Team Comunicazione dell’anno Assicurazioni, mentre HDI Assicurazioni si è affermato come Team IT dell’anno Assicurazioni.TRADING E FOREXA ActivTrades il premio di Operatore Forex dell’anno, per Banca dell’anno Trading Online la vittoria è andata invece a Binck Bank.ASSET MANAGEMENTOttimi risultati anche per l’asset management: BNP Paribas Investment Partners SGR si è imposto come Eccellenza dell’anno Asset Management Istituzionale per il quarto anno consecutivo, Anthilia Capital Partners SGR è Società di Gestione dell’anno per il Credito alle PMI, mentre Amundi SGR come Società di Gestione dell’anno ETF. Società di Gestione dell’anno Fondi Assicurativi è Consultinvest Asset Management SGR mentre Arca SGR si è imposta come Società di Gestione dell’anno Branding & Comunicazione Finanziaria.FINANZALa palma di Banca dell’anno è andata a Banca Generali mentre Mobile Bank dell’anno è stato eletto YouBanking di Banco Popolare. A Gruppo Cassa di Risparmio di Asti il premio per l’eccellenza dell’anno Branding & Comunicazione Finanziaria, mentre la vittoria per l’Eccellenza nel Leasing è andata a Sociétè Génerale Equipment Finance Italia. Come mpresa dell’anno per l’Innovazione nell’outsourcing Servizi Finanziari si è affermato Cabel.INNOVAZIONE E RICERCAA Philip Morris il premio Impresa dell’anno Innovazione & Ricerca «per aver posto l’innovazione, a livello di prodotto e di strategia di crescita come proprio pionieristico e vincente modello di business, in grado di cambiare il paradigma del mercato tradizionale.In particolare per la creazione del polo produttivo in Emilia Romagna e per la realizzazione di prodotti a potenziale rischio ridotto».COSTUMER RELATIONSHIPLa palma di Impresa dell’anno Costumer Relationship è andata a Vodafone Italia in particolare per il progetto WECARE.MARKETING & COMUNICAZIONEA Avis Budget Italia il premio Marketing Team dell’anno Autonoleggio, mentre quello come PR Team dell’anno è andato a Eni. Salmoiraghi & Viganò ha ottenuto il riconoscimento quale Impresa dell’anno Marketing & Comunicazione per la campagna di branding e celebrazione dei 150 anni.IMPRESE BIOMEDICALI E FARMACEUTICHEEccellenza dell’anno Innovazione Strumenti Medicali è Korian-WinMedical, mentre Eccellenza dell’anno Trasporti Industriali Biomedicali è stato eletto Bomi Italia. Ad imporsi come Eccellenza dell’anno Produzione e Distribuzione di Vaccini, Sanofi Pasteur MSD. A Isagro il titolo di Eccellenza dell’anno Innovazione e Sostenibilità Agrofarmaceutica, a MSD Italia è stato assegnato il premio per Eccellenza dell’anno Innovazione Farmaceutica, ad Dompé Farmaceutici la vittoria come Eccellenza dell’anno Innovazione Ricerca e Biotecnologie, mentre Menarini si è affermato come Impresa dell’anno per la Responsabilità Sociale nel Settore Farmaceutico.IMPRESE EDILI E LOGISTICHEInnovation-Tec Inn come Impresa dell’anno Innovazione Materiali Edili e Caloni Trasporti-Logistica come Impresa dell’anno Innovazione Logistica.IMPRESE METALMECCANICHE ED ELETTRONICHESaes Getters si è confermato Impresa dell’anno Innovazione Componenti Elettronici, mentre Bruno Presezzi ha vinto il premio Impresa dell’anno Innovazione Settore Metalmeccanico.IMPRESE E SERVIZIEccellenza dell’anno Innovazione Servizi Assicurativi Telematici è Octo Telematics, mentre Eccellenza dell’anno Innovazione Software per la Sanità è stato eletto Dedalus. Ad imporsi come Eccellenza dell’anno Servizi Telematici Pubblica Amministrazione, Lepida. A Vetrya il titolo di Eccellenza dell’anno Servizi Digitali, a Armundia Group è stato assegnato il premio per Eccellenza Servizi ICT Settore Bancario, ad Multivendor Service la vittoria come Impresa IT dell’anno Servizi Integrati, mentre Tempur + Sealy si è affermato come Impresa dell’anno E-Commerce.IMPRESE ALIMENTARI E GDOLa palma di Marketing Manager dell’anno Innovazione Alimentare è andata a Luca Zocca di Pedon mentre Eccellenza dell’anno Agroalimentare è stato eletto La Fiammante(Icab). A Cantine Marisa Cuomo il premio per l’eccellenza dell’anno innovazione e tradizione settore vitivinicolo, la vittoria per Eccellenza dell’anno Innovazione nella Grande Distribuzione è andata ad Auchan Retail Italia.DIREZIONE AFFARI LEGALIDirezione Affari Legali dell’anno Operazioni Straordinarie è Cementir, mentre Direzione Affari Legali dell’anno Proprietà Intellettuale è stato eletto Versace. Ad imporsi come Direzione Affari Legali dell’anno Lavoro, RAI. Ad Anas il titolo di Direzione Affari Legali dell’anno Corporate Governance.CONSULENZAA Europa Benefits il premio Eccellenza dell’anno Servizi per il Welfare Aziendale, per Advisor dell’anno Internalizzazione d’Impresa la vittoria è andata a IC & Partners. Univisual ha ottenuto il premio Advisor dell’anno Brand Consulting, mentre The Boston Consulting Group ha vinto il premio Eccellenza dell’anno Leadership nella Consulenza.STUDI PROFESSIONALICarnà & Partners si è confermato Studio Professionale dell’anno Compliance & Risk Management.I prossimi appuntamenti saranno a Londra alla Church House Westminster il 14 ottobre, l’11 novembre a Singapore, il 15 novembre a Milano sempre in Borsa Italiana e il 24 novembre a Dubai.L’Albo d’oro completo dei vincitori 2016 è disponibile a questo link: http://www.lefontiawards.it/vincitori.php[/auth]
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Gestione passiva. Mercato e prospettive
5 anni agoIl 2017 ha segnato nuovi record per gli Exchange traded fund con un patrimonio complessivo che sfiora i 60 miliardi e 9,5 miliardi di nuova raccolta. E le previsioni…
[auth href=”http://www.worldexcellence.it/registrazione/” text=”Per leggere l’intero articolo devi essere un utente registrato.
Clicca qui per registrarti gratis adesso o esegui il login per continuare.”]Una storia di successo. È quella degli Etf diventati sempre di più protagonisti nei portafogli sia degli investitori istituzionali sia del retail. Nel mondo, a partire dagli Stati Uniti, ma anche in Europa e in Italia. Dove questo tipico strumento della gestione passiva (replicante di centinaia di indici, da quelli azionari alle materie prime) grazie alla trasparenza, la semplicità e ai bassi costi, dal primo arrivo nel 2002, in quindici anni si è fatto spazio all’interno dell’industria del risparmio gestito. Ed è servito anche a stimolare le gestioni attive sia sul fronte della qualità del servizio offerto sia su quello di una riduzione (seppure ancora debole) delle commissioni. Ed è destinato a un’ulteriore crescita nei prossimi anni, ampliando sempre più l’offerta d’investimento.
Di passato, presente e soprattutto futuro degli Etf si è parlato nella seconda tavola rotonda del D-Day: «Etf, i vantaggi della gestione passiva per retail e istituzionali». Al confronto, moderato da Achille Perego, giornalista economico di Qn-Quotidiano nazionale, hanno partecipato Silvia Bosoni, head of Etfs, Etps and open end Funds di Borsa italiana, Sabrina Principi head of Etf Bnp Paribas Am, Sergio Trezzi, managing director, head of retail distribution Emea (ex UK) and Latam di Invesco, Massimo Scolari, presidente di Ascosim e Raimondo Marcialis, responsabile della commissione consulenza e risparmio gestito di Assiom Forex.Bilancio positivo. Il bilancio del 2017 e più in generale di questi quindici anni, ha spiegato Bosoni, è più che positivo. «Oggi sono circa 1.100 gli strumenti quotati con una crescita anche delle società emittenti, con quattro nuovi ingressi, tra le quali però non esiste nessun operatore italiano e a breve non si vede la possibilità che arrivi. Il 2017 ha segnato nuovi record per gli Etf con un patrimonio complessivo che sfiora i 60 miliardi e 9,5 miliardi di nuova raccolta». Numeri che fanno di Borsa italiana e del gruppo di cui fa parte (il London stock exchange) il primo in Europa per controvalore e contratti Etf scambiati sia per il retail, sia per gli investitori istituzionali.
Del resto, ha sottolineato Principi, «la crescita del mercato Etf è stata molto forte sia nel mondo sia in Europa. Basti pensare che a metà anni Duemila gli asset gestiti erano pari a 400-450 miliardi di dollari e ore le masse sono superiori a 4 trilioni con la previsione che entro il 2020 possano arrivare a 7. La crescita maggiore si è realizzata nel mercato americano, maggiormente orientato a investire in azioni ma negli ultimi dieci anni anche l’Europa ha di gran lunga recuperato terreno perso, tanto che, con un incremento di circa il 20% all’anno, si è arrivati a un patrimonio di 750 miliardi. Non ricordo», ha chiosato l’head of Etf di Bnp Paribas Am, «un altro segmento del risparmio che possa vantare una crescita così alta. E il mercato italiano ha addirittura over performato con un più 27% all’anno. Indubbiamente sulle performance degli Etf hanno influito i mercati rialzisti e i bassi tassi d’interesse».Ma quali sono i vantaggi che offre la gestione passiva? Il successo degli Etf, secondo Trezzi «è collegato alla componente della trasparenza e della velocità, aspetti molto importanti nella scelta del cliente finale. Qualcuno considera decisivo anche il pricing, senza dubbio una componente rilevante ma solo l’ultima. Gli Etf quindi sono cresciuti molto ma pochi ricordano che la dimensione globale del risparmio gestito nel mondo è di 80 trilioni di dollari e anche se gli Etf arriveranno a 7 è sempre meno del 10% del totale». Alla possibilità che arrivino degli emittenti italiani di Etf, anche per Tezzi la risposta è no. «Perché si tratta di un mercato semplice ma con grandi barriere all’ingresso. Un mercato dove l’efficienza operativa e la dimensione sono fondamentali così come la copertura geografica per economie di scala indispensabili di fronte a un settore dal pricing basso. Essere presenti negli Stati Uniti è un fattore chiave, in Europa un’opportunità e in Asia un must».
In che modo possono essere utilizzati gli Etf all’interno dei portafogli degli investitori istituzionali e del retail? «Io non sono mai stati attirato dalle guerre di religione», ha risposto Marcialis. «Non importa che un gatto sia nero o bianco ma che prenda i topi! Quindi esistono momenti nei quali gli Etf rappresentano l’opportunità più interessante e altri nei quali invece privilegiare i fondi dalla gestione attiva. La ricchezza dei mercati risiede nel fatto che non stanno mai fermi e proprio perché i mercati sono mutevoli è indispensabile avere strumenti fra loro diversi. Pensare di costruire un portafoglio senza la gestione attiva e quella passiva è come voler cucinare la pastasciutta senza la pasta o senza l’acqua…».
Un altro elemento che caratterizza positivamente gli Etf, ha sottolineato Scolari è il fatto di essere quotati. «Chi si occupa di consulenza indipendente può così suggerire un investimento aperto, a 360 gradi, indipendentemente dalla banca nella quale ha un conto deposito per i titoli. Per questo è stata importante anche la scelta di Borsa italiana di quotare i fondi. Ma oggi sono soltanto 130 quelli quotati perché le banche, salvo qualche eccezione, non consentono l’accesso aperto a questo investimento e privilegiano il loro canale di sottoscrizione e i loro prodotti. Questo ci dice quanto siamo lontani dalla protezione dell’investitore che tanto viene sbandierata». Per questo, ha spiegato Scolari «siamo contentissimi di avere 1.100 Etf quotati sui quali proporre una consulenza indipendente mentre ci dispiace moltissimo che in Borsa non ci siano tutti i fondi migliori che l’industria propone».Ma quotare un fondo, ha spiegato Trezzi, è molto complesso. «Intanto non cambia la velocità della negoziazione che non si può fare intraday. Inoltre la cultura finanziaria dell’investitore è medio bassa e quindi esiste il rischio di sottoscrivere un fondo senza conoscere la strategia del gestore mentre i fondi esigono una conoscenza più specifica rispetto alla semplicità e alla trasparenza dell’Etf. Oggi comunque i fondi possono essere acquistati anche sulle piattaforme online con un’ampia scelta e le stesse banche danno accesso a tutte le principali case».
Inoltre sia Bosoni sia Principi hanno evidenziato come serva consulenza e competenza anche per investire in specifici Etf, come quelli per esempio che investono nell’azionario della Malesia. E come, in virtù anche delle moderne tecnologie, esistano oggi tante strategie sistematiche declinate anche in prodotti dalla gestione passiva, basti pensare agli Etf ibridi previsti e quotati anche in Italia dal 2010.
Un altro fattore chiave, ha sottolineato Principi è rappresentato dall’innovazione. Di per sé il mercato degli Etf è per sua natura innovativa «e se guardiamo all’evoluzione di questi ultimi dieci anni, proprio l’innovazione è stata sorprendente». «Si è partiti infatti da Etf che replicavano solo i principali indici di capitalizzazione per arrivare a innumerevoli asset class, dal real estate agli investimenti etico-sostenibili fino ultimamente», ha ricordato Bosoni, «alla quotazione di quattro Etf-Pir. E guadare a investimenti tematici richiede comunque particolari strategie tipiche della gestione attiva che possono essere applicate a quella passiva. Con l’investitore istituzionale o quello retail chiamato ad approfondire strumenti (gli Etf) che appartengono alla stessa famiglia ma possono essere molto differenti tra loro».Sulla base di quali elementi, quindi, devono essere valutati gli Etf? «Gran parte del successo di questo strumento finanziario», ha detto Marcialis, «dipende da due parametri: l’estrema economicità e la semplicità. Tutte le volte che si tradiscono questi fattori si corre il rischio di creare confusone tra gli operatori». Il successo dell’industria degli Etf, sempre secondo Marcialis, «è partito dagli investitori istituzionali non dal retail. Quindi il problema non è di prodotto ma riguarda la tipologia del servizio. Gli istituzionali (fondi pensione, casse di previdenza, grandi operatori) avevano e hanno a disposizione una gamma efficiente di strumenti per diversificare anche con gli Etf. Diverso è il discorso rivolto al piccolo risparmiatore e non è un caso che dal mercato sia arrivata la domanda per costruire fondi con Etf. Quindi se l’indubbio successo degli Etf è stato generato dal fattore prezzo, per diffondersi realmente hanno bisogno di un servizio di qualità».
Non c’è dubbio, anche secondo Trezzi, che il prezzo sia un elemento fondamentale della gestione passiva. «Ma gli Etf hanno avuto anche il grande merito, grazie anche all’intervento delle Authority, di dimostrare quali fossero quei gestori che dichiaravano di essere attivi chiedendo un prezzo commisurato a questo servizio e poi invece applicavano anche una gestione passiva al 50-60% del portafogli. Così molti investitori disillusi dalla gestione attiva si sono spostati verso quella passiva. Ma non si può non riconoscere, a livello di commissioni, l’alta qualità di una gestione attiva che consenta una over performance del 5%. Per questo rimane fondamentale la cultura finanziaria, capire la realtà dell’investimento e l’orizzonte temporale». E quindi, per Trezzi, «indipendentemente dallo strumento qualsiasi scelta deve essere fatta con la consulenza di un professionista».Quanto inciderà l’arrivo della Mifid 2? Per Scolari comporterà una trasparenza integrale sui costi e i servizi di investimento. Secondo uno studio dell’Esma, basato su una ricerca fatta su circa 20mila fondi in Europa, è emerso che l’impatto sul rendimento dei fondi di tutte le commissioni è attorno al 28-29% mentre per gli Etf si limita all’11%. E, peggio, se in Europa la percentuale oscilla tra il 20-30% in Italia è al 40%. «Siamo un Paese», ha denunciato il presidente di Ascosim, «nel quale c’è una distribuzione di tipo medievale, un vassallaggio tra produttore e distributore. Le commissioni stanno diminuendo in tutto il mondo tranne che in Italia, dove aumentano. Quindi esiste un problema di competitività del nostro sistema».
Una tesi che non ha trovato del tutto in sintonia Trezzi. «Se con l’arrivo della Mifi 2 i costi sono destinati a scendere, già oggi il mercato italiano ha una buona direzione. Basti pensare, per esempio, che le commissioni d’ingresso in un fondo, pari al 5 o 3% presenti in Germania, in Italia non esistono più da 15 anni». Quanto alla tendenza a ridurre il costo delle commissioni, ha ricordato Marcialis, «sarà inevitabile anche perché difficilmente nei prossimi cinque anni i mercati garantiranno le performance degli ultimi anni e quindi il peso dei costi sui rendimenti apparirà ancora più pesante». Che sul mercato siano presenti costi eccessivi è certo ma, per Marcialis «la domanda vera è riempire di valore i costi altrimenti con la prossima crisi gli investitori terranno i soldi liquidi».
Ma quali sono le prospettive? Anche per Principi l’introduzione della Mifid 2 aumenterà la trasparenza e darà una scossa anche ai costi. Del resto oggi in Europa il costo medio di un Etf è all’incirca di 25-30 basic point mentre per i fondi bisogna aggiungere un 1 davanti. La Mifid 2 favorirà la crescita del mercato indicizzato mentre la tecnologia porterà grossi cambiamenti e si farà sentire anche il ruolo del robo-advisor. In Italia, inoltre, la maggior parte della ricchezza finanziaria è posseduta da chi è avanti con gli anni. Il cambiamento generazionale farà sì che in futuro ci saranno investitori più tecnologici che continueranno a voler interagire con consulenti fisici ma la tecnologia farà sempre più parte del quotidiano e avrà anche effetti sulla riduzione dei costi. E la “vittima” di questo fenomeno, ha chiosato Marcialis «saranno i gestori attivi che dovranno abbassare i prezzi verso la distribuzione».[/auth]
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Percorsi di crescita e l’importanza del recruitment
3 anni agoNicola Lavarino, people & communication director, spiega come Uriach intende diventare tra le società più virtuose nel campo delle politiche di reclutamento
Crescita è la parola d’ordine di Uriach. La branch del Gruppo farmaceutico spagnolo, dopo aver consolidato la propria presenza sul mercato italiano diventando il sesto polo della nutraceutica grazie a Laborest, AR Fitofarma e Progine Farmaceutici, vuole giocare un ruolo da protagonista in ambito HR, puntando all’espansione del proprio organico interno. In Italia, oggi il gruppo Uriach conta 71 dipendenti e 255 agenti (di cui 23 venditori). La rete di venditori è cresciuta grazie all’ampliamento del business, mentre l’incremento degli informatori scientifici si è registrato soprattutto grazie all’acquisizione delle ultime due società italiane. Ora Uriach vuole rafforzare i vari dipartimenti, come quello delle Risorse Umane, dell’Amministrazione, di Ricerca e Sviluppo, e prevede nel corso del 2019 l’inserimento di una decina di nuovi dipendenti a livello complessivo. New Pharma Italy ha raggiunto Nicola Lavarino, People & Communication Director di Uriach, che spiega in che modo Uriach si propone di diventare tra le società più virtuose nell’ambito delle politiche di reclutamento.
Nell’ambito del processo di selezione, quali sono i valori che prendete in considerazione?
A guidarci nel nostro business e nel nostro percorso di crescita sono i valori che ci contraddistinguono: unity, resonance, intensity, ambition, confidence, history, che sono l’acronimo di Uriach. Nel momento in cui selezioniamo una nuova risorsa però, prima ancora della condivisione dei nostri valori, quello che cerchiamo è la giusta attitudine del candidato, in modo che possa contribuire concretamente alla crescita dell’azienda. Il processo di selezione infatti è piuttosto lungo e, in base alla posizione aperta, può variare mediamente tra un mese e mezzo e due mesi. Per noi questa fase costituisce un momento estremamente importante a cui prestiamo grande attenzione perché ogni persona che lavora con noi è fondamentale per il successo dell’intera squadra. Per far meglio emergere la personalità del candidato, il recruitment di Uriach Italia supera il tradizionale modello di colloquio: non un confronto statico tra selezionatore e candidato, bensì interviste personalizzate e test psico-attitudinali svolti attraverso attività ludiche.Dopo la fase di selezione, come avviene l’inserimento delle risorse?
Anche in questo caso, ricorriamo all’utilizzo del gioco per meglio coinvolgere i dipendenti e farli sentire parte attiva di un progetto più grande. Fase che percorriamo insieme attraverso l’on boarding game: un modo ludico per spiegare i nostri valori, chi siamo, la nostra storia. Durante questo gioco viene consegnato il passaporto, un documento che accompagna la persona durante tutto il suo viaggio con noi. Lavorare in Uriach significa infatti fare un viaggio in cui si incontrano nuove persone e si fanno nuove esperienze. Il passaporto quindi è un documento che attesta il viaggio di ogni risorsa, un viaggio all’insegna dell’arricchimento e della crescita personale e professionale.Quali sono le vostre strategie a livello di welfare aziendale?
Sono le risorse a essere al centro della politica di welfare aziendale di Uriach, le cui azioni non sono da intendersi solamente come riconducibili alle agevolazioni fiscali. Il nostro obiettivo principale è quello di creare un ambiente che mira a far star bene le persone che lavorano da noi, al fine di far emergere tutto il loro potenziale. La comunicazione passa attraverso le persone, diamo quindi molta importanza agli incontri, che siano riunioni di update, riunioni di team, social hour, eventi o semplici momenti informali di ritrovo nell’agorà aziendale. Esempi tra i tanti sono l’orario molto flessibile, gli spazi relax e zone creative all’interno degli uffici e soprattutto l’attenzione che diamo ai compleanni delle nostre persone. Inoltre non mancano percorsi di formazione interna ed esterna con lo scopo di sviluppare le persone e quindi l’azienda.Riguardo ai giovani da avvicinare a un settore come la nutraceutica, quali sono le vostre iniziative?
Uriach è partner del Master in Nutraceutica presso l’Università di Pavia. Alcuni giovani che hanno frequentato il master hanno avuto l’opportunità di fare degli stage in azienda e, in alcuni casi, sono stati anche assunti. Recentemente abbiamo avviato dei colloqui per offrire una posizione di stage nel settore marketing ad alcuni studenti di un ateneo milanese. Abbiamo inoltre in programma di fare un tour che coinvolgerà alcune università italiane per offrire una testimonianza del nostro case study. Siamo una realtà in crescita, ma già nota. Lo dimostra la gran quantità di CV che riceviamo regolarmente. Ora vogliamo essere presenti più capillarmente e aumentare la conoscenza della nostra azienda. Il nostro interesse è comunque rivolto anche ai professionisti senior. In Uriach riconosciamo e apprezziamo sia l’esperienza di chi ha un percorso professionale alle spalle sia l’entusiasmo di chi è ancora all’inizio. Crediamo in tutte le persone che possono offrire il loro prezioso contributo all’azienda.
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