Energy Drive si impegna ogni giorno per la transizione ecologica rendendo possibile il cambiamento verso l’efficienza energetica con le energie rinnovabili.
Sin dal 2009 puntiamo ad aiutare famiglie e imprese verso un futuro sostenibile, un ambiente più confortevole e produttivo per conciliare economia ed ecosistema.
Oggi siamo orgogliosi di annunciare la nascita del marchio Gemini nella famiglia Energy Drive. Il brand Gemini racchiude tutte le tecnologie “gemellate” alle fonti rinnovabili.
Le nostre soluzioni Gemini sono innovative e sostenibili per assicurare ad ogni cliente un’esperienza green e di risparmio.
Il nostro nuovo marchio è declinato in modo specifico per ciascuna tecnologia adottata e per ciascun servizio, in modo da essere immediatamente identificabile:
-Pannelli fotovoltaici

-Fornutre di energia, gas e fibra

-Purificatori d’acqua e frigogasatori

Orgogliosi della nostra esperienza maturata in oltre 13 anni, non offriamo più solo servizi di analisi e realizzazione di progetti per risparmiare costi e consumi di energia elettrica e gas, tutelando l’ambiente, ma abbiamo apposto la “firma” sui nostri prodotti. Un’ulteriore garanzia di qualità per i nostri clienti.
I pannelli fotovoltaici Gemini solar sono moduli da noi selezionati per la loro tecnologia Perc ad alta efficienza e certificati da Organizzazioni internazionali che ne attestano le elevate prestazioni.
Per essere ancora più vicini ai nostri clienti con azioni concrete e reali vantaggi, abbiamo scelto di raggruppare tutti i nostri nuovi servizi energetici in un’unica soluzione. Gemini Energysolutions comprende fornitura di energia elettrica, gas e fibra ottica.
Gemini water è, invece, la linea di prodotti di purificatori d’acqua e frigogasatori ad uso domestico di Energy drive.
Con la distribuzione di questi prodotti desideriamo garantire ai nostri clienti acqua pura dai rubinetti di casa grazie al sistema ad osmosi inversa. Un processo di trattamento dell’acqua che elimina tracce di sostanze indesiderate in modo facile e sicuro.
Oltre a bere acqua sana e leggera, con i nostri sistemi di depurazione d’acqua Gemini water aiutiamo le famiglie a risparmiare e a non inquinare il pianeta.
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Una mente monetaria al Tesoro degli Stati Uniti
1 anno agoLa nomina dell’ex presidente della Federal Reserve Janet Yellen a guidare
il Dipartimento del Tesoro è una buona notizia per i sostenitori
di una politica monetaria basata su regole. Dopo un periodo di misure
di emergenza, ciò di cui gli Stati Uniti hanno bisogno ora è un ritorno
a un processo decisionale chiaro e prevedibileDopo che Janet Yellen avrà prestato giuramento, si potrà dire che nessun segretario al Tesoro degli Stati Uniti d’America si è mai espresso sulla politica monetaria così spesso e con altrettanta autorità di lei. L’unico altro ex presidente della Federal Reserve poi divenuto segretario al Tesoro nel 1979 fu G. William Miller, e lui a capo della Fed c’era stato soltanto un anno. Yellen, invece, vi ha prestato servizio, nella buona e nella cattiva sorte, per ben due decenni, in qualità di economista, governatore, presidente della Fed di San Francisco, vice presidente e presidente. Una leadership così esperta alla guida del dipartimento del Tesoro rivestirà una notevole rilevanza per le regole e le strategie di politica monetaria nei mesi e negli anni a venire. Volendo anticipare ciò che Yellen potrebbe fare, vi è una lunga storia da considerare. Nel 1996, quando era un governatore della Fed, parlò di regole di politica monetaria in un discorso intitolato Politica monetaria: obiettivi e strategie. Prendendo la Regola di Taylor a modello, Yellen disse che essa «presenta caratteristiche interessanti in quanto descrizione normativa di come una politica andrebbe condotta». Elencando alcune di queste caratteristiche, Yellen notava che la Regola di Taylor prevede un «obiettivo d’infl azione di lungo termine» e implica «una strategia per gestire i trade-off … nel quadro di una strategia sistematica di lungo periodo». È stato dimostrato che essa «dà adito a performance decisamente buone a fronte di un’ampia varietà di shock», e può «aiutare la Federal Reserve a comunicare al pubblico la logica alla base dei suoi interventi». Circa sedici anni dopo, in qualità di vicepresidente della Fed, Yellen disse che una buona «regola di riferimento dovrebbe conformarsi al cosiddetto principio di Taylor, secondo il quale, a parità di altre condizioni, una banca centrale dovrebbe rispondere a un persistente aumento dell’infl azione con un incremento dei tassi di interesse nominali a breve termine maggiore dell’aumento dell’infl azione».
Aggiunse, inoltre, un proprio spunto legato alla regolamentazione, sostenendo che «è essenziale che le regole della politica monetaria prevedano una risposta abbastanza vigorosa all’eccesso di risorse… per contribuire a riportare rapidamente l’economia a una condizione di piena occupazione». Nel 2017, poi, in qualità di presi- Gennaio – Dicembre 2020 World Excellence 9 Una mente monetaria al Tesoro degli Stati Uniti CAMBIO AL VERTICE DEL MONDO John B. Taylor, sottosegretario del Tesora Usa dal 2001 a 2005, professore di Economia alla Stanford University La nomina dell’ex presidente della Federal Reserve Janet Yellen a guidare il Dipartimento del Tesoro è una buona notizia per i sostenitori di una politica monetaria basata su regole. Dopo un periodo di misure di emergenza, ciò di cui gli Stati Uniti hanno bisogno ora è un ritorno a un processo decisionale chiaro e prevedibile Dopo che Janet Yellen avrà prestato giuramento, si potrà dire che nessun segretario al Tesoro degli Stati Uniti d’America si è mai espresso sulla politica monetaria così spesso e con altrettanta autorità di lei. L’unico altro ex presidente della Federal Reserve poi divenuto segretario al Tesoro nel 1979 fu G. William Miller, e lui a capo della Fed c’era stato soltanto un anno. Yellen, invece, vi ha prestato servizio, nella buona e nella cattiva sorte, per ben due decenni, in qualità di economista, governatore, presidente della Fed di San Francisco, vice presidente e presidente. Una leadership così esperta alla guida del dipartimento del Tesoro rivestirà una notevole rilevanza per le regole e le strategie di politica monetaria nei mesi e negli anni a venire. Volendo anticipare ciò che Yellen potrebbe fare, vi è una lunga storia da considerare. Nel 1996, quando era un governatore della Fed, parlò di regole di politica monetaria in un discorso intitolato Politica monetaria: obiettivi e strategie. Prendendo la Regola di Taylor a modello, Yellen disse che essa «presenta caratteristiche interessanti in quanto descrizione normativa di come una politica andrebbe condotta». Elencando alcune di queste caratteristiche, Yellen notava che la Regola di Taylor prevede un «obiettivo d’infl azione di lungo termine» e implica «una strategia per gestire i trade-off … nel quadro di una strategia sistematica di lungo periodo».
È stato dimostrato che essa «dà adito a performance decisamente buone a fronte di un’ampia varietà di shock», e può «aiutare la Federal Reserve a comunicare al pubblico la logica alla base dei suoi interventi». Circa sedici anni dopo, in qualità di vicepresidente della Fed, Yellen disse che una buona «regola di riferimento dovrebbe conformarsi al cosiddetto principio di Taylor, secondo il quale, a parità di altre condizioni, una banca centrale dovrebbe rispondere a un persistente aumento dell’infl azione con un incremento dei tassi di interesse nominali a breve termine maggiore dell’aumento dell’infl azione». Aggiunse, inoltre, un proprio spunto legato alla regolamentazione, sostenendo che «è essenziale che le regole della politica monetaria prevedano una risposta abbastanza vigorosa all’eccesso di risorse… per contribuire a riportare rapidamente l’economia a una condizione di piena occupazione». Nel 2017, poi, in qualità di presi- 10 World Excellence Gennaio – Dicembre 2020 dente della Fed, Yellen dichiarò che la Regola di Taylor «incarna i principi chiave della buona politica monetaria», e proseguì spiegando le diff erenze tra ciò che essa prevede e le politiche effettive della Fed. Fece notare che una rigida formula matematica potrebbe essere integrata da formulazioni di facile comprensione quali: «Quando l’economia è debole… incoraggiamo la spesa e gli investimenti abbassando ulteriormente i tassi di interesse a breve termine… quando l’economia minaccia di far salire troppo l’infl azione nel futuro, aumentiamo i tassi di interesse».
Per tutto il 2017, Yellen e il Fomc (Federal Open Market Committee), l’organo della Fed deputato alla fi ssazione dei tassi, spinsero la politica monetaria in una direzione più strategica, tarando il tasso di riferimento dei fondi federali su un livello normale e liquidando attività detenute dalla Fed. E quel luglio, Yellen pubblicò un nuovo Rapporto sulla politica monetaria che includeva, per la prima volta in assoluto, una sezione sulle «Regole di politica monetaria e il loro ruolo nel processo politico della Federal Reserve». Rilevando che gli stessi «principi chiave della buona politica monetaria» sono integrati in altre norme politiche, il rapporto riconosceva il valore della Regola di Taylor e di quattro varianti della stessa. Quest’enfasi sugli aspetti regolatori e strategici proseguì con il successore di Yellen, il presidente della Fed Jerome Powell. Un rapporto sulla politica monetaria del 2018 conteneva sezioni che approfondivano parti del rapporto 2017, a cui Powell, nella sua testimonianza al Congresso, fece riferimento aff ermando che, «nel valutare l’orientamento della politica monetaria, di prassi il Fomc consulta la normativa in materia… Personalmente, trovo utili tali disposizioni… Vorrei sottolineare che questo Rapporto sulla politica monetaria fornisce ulteriori approfondimenti sulle regole monetarie e il loro ruolo nella defi nizione della politica della Federal Reserve». Successivamente, nel marzo 2018, la Fed lanciò un nuovo sito dedicato a «Principi e prassi di politica monetaria», che comprendeva una sezione sulle «Regole di politica e come i policymaker devono utilizzarle». Ma la crisi generata dal Covid-19 ha cambiato tutto questo. Dopo sei Rapporti sulla politica monetaria consecutivi che riprendevano i cambiamenti radicali introdotti nel luglio 2017, il rapporto del luglio 2020 non diceva assolutamente nulla in proposito.
Mentre gli interventi di emergenza della Fed a marzo e aprile erano stati necessari e utili per aprire i mercati fi nanziari, quel periodo è ormai alle spalle e ora si spera nella rapida distribuzione dei vaccini e in un ritorno a condizioni economiche più normali. Non sappiamo ancora cosa ci riservi il futuro in materia di politica monetaria, ma molti commentatori sollecitano già da un po’ un ritorno a quello che David Papell e Ruxandra Prodan, dell’università di Houston, chiamano «orientamenti prospettici delle regole di politica monetaria». Fortunatamente, i verbali della riunione del Fomc dello scorso novembre danno sentore di una possibile mossa in questa direzione, dal momento che «molti partecipanti [ritengono] che il comitato potrebbe voler consolidare le proprie indicazioni sull’acquisto di asset molto presto». In ogni caso, la Fed manterrà la propria indipendenza. Considerando, però, l’infl uenza dei diversi punti di vista all’interno della nuova amministrazione e del Congresso sulla legislazione e sulle nomine future, e la prospettiva di un altro pacchetto di spesa legato alla pandemia, sarebbe utile che la sua politica monetaria fosse più regolamentata. Ciò semplifi cherebbe enormemente le trattative e migliorerebbe la progettazione delle politiche di natura fi scale in generale. Allo stesso modo, un segretario al Tesoro che sostenga il passaggio a una strategia monetaria chiara, prevedibile, sistematica e basata sulle regole sarà più che gradito.
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Capp-Plast e il patto sociale che ha fatto scuola
1 anno agoI l Nuovo Patto Sociale del 18/12/2019 siglato da Capp-Plast con le OO.SS territoriali è risultato talmente innovativo nell’ottica del wellbeing che è stato ripreso dal rinnovo del CCNL di categoria del settore Gomma & Plastica Industria sottoscritto lo scorso settembre dalle organizzazioni nazionali. Adriano Baldi, cosa ci può raccontare in merito? Capp-Plast ha sempre riconosciuto e rispettato il diritto dei lavoratori a essere rappresentati da organizzazioni sindacali e ha mantenuto, con tali rappresentanze, relazioni improntate al reciproco riconoscimento, al dialogo e alla cooperazione. Proprio grazie al clima di collaborazione che l’Azienda ha instaurato negli anni, e alla forte volontà di innovazione e alla progettualità che contraddistingue Capp, la Direzione HR insieme alle RSU dello plant di Firenze ed al Sindacato territoriale FILCMS-CGIL hanno voluto cimentarsi nella defi nizione di un nuovo modello di gestione delle Relazioni Industriali, che non sia più considerato come risposta a delle esigenze dei lavoratori ma che le possa addirittura anticipare È con questo spirito costruttivo, infatti, che le parti hanno deciso di confrontarsi per creare un percorso virtuoso con ricadute dirette sulla vita dei singoli collaboratori aziendali, sia sul livello di gradimento di questi nei confronti di una azienda attenta ai valori delle persone (Piano Welfare aziendale), sia tramite un concetto di solidarietà interna estesa (Ferie Solidali), sia tramite una condivisione dei progetti di sviluppo formativo professionale (Piano biennale formativo con partecipazione delle parti sindacali nella defi nizione della need analisys), sia tramite un confronto diretto ed immediato sulle linee di indirizzo operativo gestionale (istituzione delle Commissioni Paritetiche).
Il principio ispiratore è da ravvisarsi nel fatto che il mercato debba essere affrontato creando le condizioni migliori sia per un’ulteriore crescita competitiva aziendale, sia di miglioramento generale delle condizioni in essere per i dipendenti (Wellbeing). In tale ottica futura l’attività delle parti è stata fi nalizzata a defi – nire una nuova frontiera, un nuovo “Patto Sociale” tra Azienda, Lavoratori, Rappresentanze Sindacali fi nalizzato a promuovere non solo migliori condizioni economiche ma anche servizi volti ad accrescere la sensazione di “miglior vita/Wellbeing” . In che modo il concetto di wellbeing può avere una connotazione più estesa in un’ottica di applicazione concreta di principi di “sostenibilità” e “green economy” allocati all’interno di un gruppo industriale come il vostro che produce materiali plastici? L’azienda ha da sempre avuto una particolare attenzione a quella che oggi viene chiamata sostenibilità, e come dicevamo, anche per Capp-Plast è divenuto imperativo curare sempre più il benessere dei propri collaboratori e contestualmente tale visione viene sempre più percepita come un fattore determinante per un business sano e in crescita: il Welfare, inteso nel senso più largo del termine, rappresenta oggi uno dei principali strumenti a disposizione delle aziende per favorire la conciliazione lavoro-vita privata dei dipendenti, nonché un mezzo tramite il quale aumentarne il potere d’acquisto e, attraverso il miglioramento del clima sul posto di lavoro, favorire anche la diminuzione di turnover e delle assenze legate ai bisogni individuali e familiari.
Nella nostra Vision, tale concetto di wellbeing si può e si deve necessariamente conciliare con un concetto esteso di “Sostenibilità”; concetto questo che deve essere perseguito attraverso un percorso lungo e costante, dato che lo sviluppo sostenibile deve soddisfare i bisogni del presente senza compromettere quello delle generazioni future. La sostenibilità, pertanto, contiene già di per sè gli elementi del rispetto dell’uomo (sostenibilità sociale) e della tutela dell’ambiente (sostenibilità ambientale), il consumatore di oggi è una fi gura in costante evoluzione, attento ai cambiamenti sociali, tecnologici ed economici, cambiamento che Capp-Plast ha sempre cercato di guidare mediante una oculata politica aziendale, sollecitando nuovi processi di produzione industriale, valutando i fornitori nei processi di acquisto, favorendo una oculata gestione delle risorse produttive attraverso processi di rigenerazione di materiale primario, non solo derivate dagli scarti di produzione, ma anche organizzando un servizio alla clientela nel quale vengono ritirati i contenitori venduti rigenerandoli, dando vita a nuovi articoli, evitando così emissioni di CO2, tutto questo ovviamente valorizzando il proprio capitale umano presente in Azienda. La sostenibilità non si inventa si coltiva. Questo è il nostro modo di operare ogni giorno.
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