AI Pact: chi ha firmato il patto europeo sull’intelligenza artificiale

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L’AI Pact è un’iniziativa volontaria promossa dalla Commissione europea per spingere le aziende a conformarsi in anticipo ad alcune delle regole previste dall’AI Act, la normativa europea sull’intelligenza artificiale. Questo patto mira a promuovere uno sviluppo responsabile dell’intelligenza artificiale, coinvolgendo le principali aziende tecnologiche del mondo.

Le aziende che hanno firmato l’AI Pact

Tra le 115 aziende che hanno aderito all’AI Pact, ci sono alcuni dei nomi più importanti del panorama tecnologico globale. OpenAI, Microsoft, Amazon, Google e IBM sono solo alcune delle multinazionali che hanno deciso di appoggiare questa iniziativa. Anche colossi industriali come Airbus, aziende delle telecomunicazioni come Vodafone e software house come Adobe e Salesforce figurano tra i firmatari.

Non mancano però alcune assenze rilevanti: Meta (proprietaria di Facebook) e Bytedance (proprietaria di TikTok) non hanno firmato il patto.

Identikit dei firmatari

Il gruppo delle aziende che hanno sottoscritto il patto include giganti dell’industria come Scania, Tata, e Samsung, oltre a diverse startup come la tedesca Aleph Alpha e l’italiana Blimp AI, specializzata in dati sul traffico urbano. Tra i firmatari si distingue anche Palantir, nota per le sue controverse applicazioni di AI nel settore della difesa e delle forze dell’ordine statunitensi.

Il valore del patto e le sue implicazioni

Il AI Pact non ha valore legale, ma rappresenta un impegno simbolico per le aziende che scelgono di aderire. L’AI Act, il regolamento europeo che impone limiti legali più stringenti, entrerà in vigore solo nel febbraio 2025. Da quella data, verranno banditi dall’Unione europea i sistemi di intelligenza artificiale ritenuti troppo rischiosi, come quelli che possono manipolare il comportamento umano, il riconoscimento delle emozioni sul luogo di lavoro o a scuola, e i sistemi di sorveglianza biometrica di massa.

Il patto mira a preparare le aziende a questa transizione, incoraggiandole ad anticipare alcune delle regole dell’AI Act, tra cui l’obbligo di mappare i sistemi di intelligenza artificiale ad alto rischio e di fornire formazione adeguata al proprio personale.

Gli impegni richiesti dal patto

Le aziende firmatarie dell’AI Pact si impegnano a rispettare una serie di obiettivi, tra cui:

  • Strategia di gestione dell’AI: sviluppare una politica interna che miri alla conformità con l’AI Act.
  • Mappatura dei rischi: identificare i sistemi di AI ad alto rischio e comunicarli alla Commissione europea.
  • Formazione: investire nella formazione del personale e degli utilizzatori dei sistemi di AI.

Oltre agli obblighi principali, ci sono altri 15 impegni facoltativi, tra cui l’identificazione e la gestione dei potenziali rischi per la salute, la sicurezza e i diritti fondamentali.

Il futuro dell’AI in Europa

L’AI Pact è un passo preliminare verso l’attuazione dell’AI Act, che diventerà operativo nel 2025. Le aziende firmatarie si stanno preparando per adattare i loro modelli di business alle future regolamentazioni europee sull’intelligenza artificiale. Tuttavia, resta da vedere se queste promesse saranno seguite da azioni concrete e misurabili, o se rimarranno solo dichiarazioni d’intenti.

In ogni caso, le imprese che vogliono continuare a operare nel mercato europeo non potranno ignorare le nuove normative sull’intelligenza artificiale. Con il tempo, l’AI Act influenzerà profondamente lo sviluppo delle tecnologie di intelligenza artificiale, imponendo standard più rigorosi per garantire che queste tecnologie siano sicure, etiche e rispettose dei diritti fondamentali.

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