La Idd spinge il settore assicurativo a omogeneizzare i processi distributivi

In ottobre il settore assicurativo dovrà fare i conti con l’entrata in vigore della nuova direttiva europea, la Insurance distribution directive (Idd), che lo avvicinerà, dal punto di vista regolamentare, a quello finanziario. Come più volte ricordato infatti la Idd, si ispira agli stessi principi della Mifid 2 e cioè sulla volontà di accrescere la trasparenza complessiva del mercato per elevare la tutela del consumatore. Nei fatti entrambe le direttive europee Mifid 2 e Idd spingeranno il settore finanziario e quello assicurativo verso una sostanziale omogeneizzazione dei canali distributivi chiamati tutti a fornire una reale consulenza. Uno dei principali obiettivi perseguiti dal legislatore europeo è infatti quello di evitare gli arbitraggi regolamentari che si avrebbero nel caso in cui un canale fosse avvantaggiato rispetto ad altri in termini di minore regolamentazione dell’attività di vendita, finendo quindi per essere privilegiato dai soggetti economici. In quest’ottica le Authority intendono applicare regole precise indipendentemente dai canali di vendita in modo da evitare i tentativi di baipassare le norme. L’Ivass dovrà quindi concordare con la Consob la Vigilanza sul settore assicurativo e su quello della distribuzione dei prodotti finanziari/assicurativi. A questo proposito il decreto prevede esplicitamente che Ivass e Consob si parlino per concordare su chi fa che cosa e sui termini di collaborazione. Secondo quanto esplicitamente detto nella legge delega si prevede infatti che “l’Ivass, sentita la Consob, debba adottare le disposizioni attuative in ipotesi di vendita dei prodotti assicurativi a contenuto finanziario indipendentemente dal canale distributivo impiegato, cercando così di garantire l’uniformità della disciplina applicabile”. I due elementi più evidenti che accomunano le due direttive Mifid 2 e Idd sono la valutazione di adeguatezza e la product governance. Nel primo, la valutazione di adeguatezza, il settore finanziario parte avvantaggiato nel senso che già ha dovuto affrontare il problema con la Mifid 1 del 2007. Quello assicurativo invece per la prima volta si trova di fronte a questi obblighi e alle relative regole di condotta. Dovrà quindi raccogliere le informazioni dai clienti tramite i questionari per proporre un’offerta adeguata. Ciò di fatto si traduce in un carico di lavoro complessivo notevole anche per le stesse agenzie che non solo saranno chiamate obbligatoriamente a richiedere alla clientela la compilazione dei questionari ma anche ad accrescere il proprio ventaglio di proposte assicurative e la propria competenza e conoscenza in modo da svolgere una consulenza corretta, professionale e adeguata alla clientela che si trovano di fronte. Riguardo invece alla product  governance, questa è nuova sia per il settore finanziario sia per quello assicurativo. E consiste nel definire da parte del produttore e del distributore un target di mercato per tutti i prodotti che vengono proposti alla clientela. Pertanto il distributore dovrà individuare la tipologia di clientela a cui indirizzare le proprie offerte anche sulla base delle indicazioni di product governance fornite dalla compagnia. Questo inevitabilmente rafforzerà il legame delle reti agenziali con le mandanti per un efficace scambio di informazioni.

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